Oggi era il “grande giorno”, se così si può dire. Tempo fa mi sono iscritto dal sito ETS per fare l’esame e ho scelto come data quella di oggi e come sede la più vicina a dove sto io, per essere preciso il Prometric Center al 675 3rd Avenue (all’angolo con la 42th Street), praticamente ad un blocco da Grand Central.

Premetto che è da un paio di giorni che sono raffreddato e ieri mattina sono rimasto a casa per riprendermi un po’. Ad ogni modo oggi è andato tutto bene.

Ma andiamo con ordine, visto che è da un po’ che non aggiorno.

Mercoledì non ho fatto nulla di particolare, se non che ho rivisto Vincent e mi ha dato un feedback molto utile sul mio portfolio.

Giovedì sera era l’ultima lezione del workshop Wonderland ed è stata interessante come sempre, durante lezione abbiamo anche mangiucchiato un po’ di cose e bevuto un bicchiere di vino. Già dal pomeriggio però iniziavo a sentire un po’ di mal di gola, quindi la sera ho preso una pastiglia per cercare di riprendermi.

Ieri mattina quando mi son svegliato però stavo peggio della sera precedente quindi ho deciso di starmene a casa per riposare e riprender le forze per oggi. Sono uscito solo un po’ nel pomeriggio per andare ad una presentazione del one-year certificate al ICP, che mi ha dato qualche informazioni in più all’open house di ottobre, e ovviamente sono ancora molto indeciso su cosa fare. Ma visto che c’è la possibilità di posticipare l’iscrizione per due anni, manderò tutte le cose necessarie a gennaio. Dopo la presentazione ci hanno fatto fare un giro di tutta la scuola per farci vedere la libreria (oltre 20mila libri di fotografia), le aule di informatica (tutti MacPro con stampanti Epson e scanner), le camere oscure per bianco/nero e colore, eccetera. Proprio un bel posto!
La sera sono stato in giro giusto per mangiare qualcosa e poi sono venuto a casa a dormire.

La sveglia è suonata poco prima delle 6°°, il tempo per alzarmi, fare la doccia e uscire di casa. Sono andato a far colazione in un bar che mi è stato consigliato da Ivan che ho poi scoperto essere proprio accanto al centro dove avrei fatto l’esame, l’Aroma espresso bar, ho preso un succo di arancia fatto in casa ed una brioche al cioccolato. Buonissimi (pure cari, ma si sa, la qualità la si paga). Finito la colazione sono andato a fare l’esame, ero lì alle 7:20 (l’esame sarebbe iniziato alle 8:00).

Uscito dall’ascensore e già ero in coda. Mi è venuta subito in mente l’ambasciata americana quando sono stato a Berna per richiedere il visto. Quando è arrivato il mio turno ho dovuto dire il mio nome e cognome, far vedere il passaporto e far vedere che avevo spento il telefono. Mi è stato dato un formulario da compilare (dovevo copiare una frase per dire che ero veramente io a fare il test, che non avrei imbrogliato, eccetera) e la chiave del armadietto dove ho dovuto mettere dentro tutto. Non si può portare nulla. Visto che ero ancora un po’ raffreddato ho chiesto come potevo fare per i fazzoletti di carta, mi è stato detto che me li avrebbero dati loro.
Consegnato il formulario compilato e firmato sono entrato in una sala d’attesa dove quando mi ha chiamato il responsabile mi ha controllato il passaporto, ha verificato che fossi io, mi ha fatto firmare (verificando la firma col passaporto) un altro foglio e mi ha fatto svuotare e girare le tasche dei pantaloni e mi ha perquisito col metal detector. Mah!?
Finito il controllo mi ha consegnato il passaporto, due fogli per appunti aggraffati, due matite e mi ha detto che se mi servivano potevo prendere due dei suoi fazzoletti. Se ne avessi avuti bisogno altri avrei dovuto chiamarlo per “chiedere il cambio”. L’esame viene fatto al computer, ognuno è in una posizione separata dagli altri in stile “ufficio americano” e sopra ogni posizione c’è una telecamera.
Stranezze a parte l’esame è andato bene, anche se ho avuto la fortuna di avere un passaggio extra da leggere (quindi 4 testi, 80 minuti, invece di 3 testi e 60 minuti, di cui uno non sarà preso in considerazione per il punteggio ma solo per ricerca interna). La parte di lettura è la più semplice, quindi l’ho fatta velocemente (infatti ho risparmiato un po’ di tempo), tra l’altro un testo era sul fotografo Alfred Stieglitz. La parte di ascolto è anche andata penso bene. Nei 10 minuti di pausa sono uscito dall’aula per bere un bicchiere d’acqua e cambiare i due fazzoletti, poi sono entrato e ho proseguito con la parte parlata (andata così così, penso) e la parte scritta (penso andata discretamente bene).
Alla fine ho fatto tutto molto velocemente perché sono entrato alle 8:03 a fare l’esame e sono uscito che erano le 11:40, calcolando anche 10 minuti di pausa non è male, tanto più che avevo da leggere un testo extra.
Riceverò il punteggio tra un paio di settimane, sono curioso, ma non particolarmente preoccupato, quasi sicuramente i 79 punti di cui ho bisogno li ho raggiunti.

Dopo sono andato a mangiare qualcosa al Dallas e poi sono andato a Chelsea alla galleria di Aperture per vedere la mostra di Alex Webb, con lui come cicerone. Fotografie stupende, ovviamente. Ho scoperto che il titolo del libro, Suffering of light, è preso dalla  Teoria del colore di Johann Wolfgang von Goethe, ovvero:

“Colors are the deeds and suffering of lights.”

— Johann Wolfgang Von Goethe

Tornando a casa mi sono imbattuto in una marcia di #OWS e li ho seguiti scattando un po’ di fotografie, anche durante l’arresto di un ragazzo, per poi arrivare fino a Times Square dove volevano occupare la famosa scalinata, ma è stata occupata dalla polizia; ad essere sincero non vedo differenza tra far occupare qualcosa da loro o dalla polizia, dal momento che di fatto resta occupato e quindi non agibile a nessun altro (com’è successo con lo Zuccotti Park).

Dopo essermi ibernato per bene sono poi tornato a casa. Domani dormirò e poi decido cosa fare.