Queens Museum of Art

Oggi sono stato nel Queens, uno dei cinque borough di New York insieme a Manhattan, Brooklyn, The Bronx e Staten Island. Per arrivarci ho preso la solita linea della subway (4/5/6) per arrivare a Grand Central e da lì ho preso la 7 in direzione Flushing Main Street.

Avrei dovuto trovarmi alle 2 con Armando al Queens Museum of Art, ma entrambi eravamo in ritardo. Io ho visto male le indicazioni su Google Maps e son sceso al capolinea. Una volta uscito dalla stazione mi è venuto il dubbio se mi trovassi ancora a New York o se fossi arrivato per sbaglio a Pechino! C’erano solo cinesi, negozi cinesi, pubblicità cinesi, eccetera. Più che a China Town! Ho cercato qualcuno a cui chiedere indicazioni, ma l’unico che circa capiva l’inglese, non aveva mai sentito nominare questo museo, che ho poi scoperto essere semplicemente alla fermata prima di questa, ovvero Mets – Willets Point, dove si trova per l’appunto lo stadio di baseball Citi Field, sede dei New York Mets, gli antagonisti dei New York Yankees.

Ho quindi ripreso la metropolitana e sono sceso alla fermata giusta, ho attraversato parte del parco Flushing Meadows e mi son ritrovato di fronte alla Unisphere, un’enorme globo d’acciaio alto come un palazzo di 12 piani (alto, compreso il supporto, 42.7 metri e pesante 317.5 tonnellate) costruito per l’Esposizione Universale di New York del 1964-65.

Il motivo principale per cui sono andato nel QMA è per vedere la mostra Detroit Disassembled del fotografo Andrew Moore, ma al piano superiore c’erano anche alcune sue fotografie di lavori passati sulla Russia e su Havana, dal titolo Elegies for Empires, che è una selezione di Inside Havana e Russia: Beyond Utopia.

Una bella parte del museo, in realtà molto piccolo, è il Panorama che è la ricostruzione di tutta la città di New York (tutti e cinque i borough) fatta per l’esposizione universale del ’64, ma poi aggiornato fino al 1992,  e conta poco meno di 900 mila singole strutture! Sulle pareti laterali alla passeggiata intorno al modello, si possono vedere i disegni di Brian Selznick, autore del libro su cui si è basato il film Hugo, perché una parte del nuovo libro intitolato Wonderstruck è ambientato proprio in questo Panorama.

Finito il giro del museo io, Armando e la sua famiglia, siamo andati a prendere la metropolitana, riattraversando il parco, dove ho scoperto esserci due capsule del tempo posate durante le esposizioni internazionali di New York (nel 1939 e nel 1964-65).
Arrivati a Grand Central abbiamo fatto merenda alla Magnolia Bakery, io con cioccolata calda e torta di noci.
Poi ci siamo salutati e sono rientrato al Kolping. Uscito dalla metropolitana mi sono fermato ad ascoltare una ragazza che cantava -molto bene- canzoni di Natale per raccogliere soldi.

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