Thanksgiving

Oggi (quasi ieri) era il Giorno del Ringraziamento, per gli americani è una delle feste cristiane più importanti (allo stesso livello del Natale probabilmente, o forse anche di più), infatti lo passano quasi tutti in famiglia. A dimostrarlo erano quasi tutti i negozi chiusi, così come quasi tutti i ristoranti e pure i fastfood (per intenderci anche McDonald e BurgerKing erano chiusi, ma anche il ristorante cinese e altri).

Ma prima di pensare al pranzo, devo parlare della Macy’s Parade. Questa sarà almeno a sesta parata a cui assisto, volente o nolente, da quando sono a New York.

La prima è stata quella dei polacchi, poi quella per il Columbus day, poi la parata di alcuni paesi caraibici e del sud america (ancora non ho capito che parata fosse), quella di Halloween e quella dei veterani. Ma forse ne ho vista un’altra ancora che mi sfugge.

La “parata dei palloni” organizzata da Macy’s (che ha il più grande negozio al mondo qua a New York) parte dal lato occidentale del Central Park, lo costeggia fino a sud, poi si sposta sulla 7th Ave, poi per qualche blocco sulla 6th Ave, per terminare di nuovo sulla 7th Ave dove si trova il Macy’s. Oltre a qualche carro, come si può intuire, alla parata partecipano tanti palloni gonfiati (e non intendo persone che se la tirano), ma enormi palloni (più grandi di mongolfiere) riempiti di elio e tenuti da gruppi più o meno numerosi di persone.
Alla parata c’era tanta gente, perlopiù famiglie con bambini, ma si vedeva in giro anche gente di tutte le età.

Dopo aver assisto alla parata e aver disceso un po’ di strade, io ed Ivan siamo tornati al Kolping per lavorare un po’ e poi siamo usciti verso le 14:30 per andare a mangiare qualcosa. L’idea era di andare al cinese, ma purtroppo era chiuso, uno dei pochi locali aperti era il Dallas BBQ, che faceva anche un menu speciale, ma ci siamo accontenti di un doppio cheesburger con bacon, ma abbiamo specificato di non metterci le cipolle.
Al tavolo di lato c’erano due signore piuttosto anziane, ma che ci hanno sorpreso parecchio. All’inizio ci guardavano mangiare con fare sospetto, poi ci hanno chiesto se non mangiavamo il tacchino e abbiamo detto di no. Dopo un po’ sono state servite loro. Elenco in ordine cronologico le portate.

  1. ad entrambe è stata portata una zuppa (molto piccola), ad una signora è stata servita una piña colada (o qualcosa di molto simile, ma in versione sorbetto, ma nel bicchiere texas, cioè quello grande), l’altra continuava a chiedere acqua e dopo un po’ finalmente gliel’hanno portata.
  2. ad entrambe è arrivata una porzione di cipolle che sembrava una torre (una sola torre da dividere per entrambe), a questo punto la signora che beveva acqua ha ordinato un caffellatte, l’ideale con le cipolle, no?
  3. finalmente hanno potuto mangiare qualcosa (poverine erano affamate….!) e infatti gli è arrivata la porzione ti tacchino, con tutto quello che ci va insieme ed una salsa che hanno svuotato sopra tutto il piatto. Alzandosi la signora si è versata mezza piña colada sul tacchino. Non ha fatto una piega, ci ha messo su altra salsa… e via!

A questo punto, avendo finito di mangiare anche la fetta di torta di zucca (divisa tra me e Ivan), abbiamo deciso di pagare e andare via disgustati!

Stasera visto che non avevamo più fame (un po’ perché era grande l’hamburger, un po’ forse ancora per quanto abbiamo visto…) abbiamo deciso di andare al cinema a vedere J. Edgar di Clint Eastwood e con Leonardo di Caprio. È la storia (in parte biografia e in parte romanzata visto che non son mai stati trovate le sue memorie) di uno dei primi e sicuramente il più longevo direttore del FBI. Il film è molto bello (come praticamente tutti quelli diretti da Eastwood) e anche avendo capito il senso di tutto il film, cogliere tutti i dialoghi è stata dura, un po’ per la pronuncia (soprattutto del Di Capri vecchio) sia per i termini utilizzati. In ogni caso ne valeva la pena!

Ah, tornati a casa stasera internet non andava più! Ora infatti ho utilizzato l’iPhone come modem per aggiornare il blog. Argh! Spero lo sistemano domani mattina!

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