Arte al museo e sul piatto

Il countdown procede, sia alla fine dell’anno, sia al mio rientro in Svizzera. Questa mattina mi sono alzato presto per andare a cercare il pacco ma non l’ho trovato. Ci ho quindi rinunciato e mi sono diretto al MoMA  dove mi sarei trovato con Ivan.

A differenza della prima volta oggi l’ho visitato con molta più calma e abbiamo visitato tutti e sei i piani in lungo ed in largo.

Tra le opere che mi sono piaciute di più ci sono Frozen Assets esposta al secondo piano per la monografia di Diego Rivera (che rimane fino al 14 maggio 2012), ma di quest’autore mi è piaciuta anche The Uprising. In un corridoio c’era Les Trois Musicians di Fernand Léger che anche non era male (la fotografia del sito non gli rende giustizia, il giallo ed il rosso sono molto più vivi). Una scultura (o un quadro 3D se preferite) che mi ha incuriosito è stato un Untitled di Lee Bontecou.

Mentre tra le opere più famose, tra quelle che son contento di aver visto ci sono: Composition in White, Black, and Red (di cui non c’è la foto sul sito ma la metto qua a lato) di Piet Mondrian, Cat and Bird di Paul Klee, The Persistence of Memory di Salvador Dalì, il trittico Water Lilies (le Ninfee) di Claude Monet e The Starry Night (Notte Stellata) di Vincent van Gogh.
Nella sala dedicata al design non ho potuto non notare diversi computer Apple, pareti con dei fonts, una Smart (è proprio vero che la si può posteggiare dappertutto!), un tabellone con gli orari di partenza di un aeroporto e la bozza originale del marchio “I love New York“.

Finita la mattinata culturale, con la fame che si faceva sentire, ci siamo diretti, in compagnia di Sigismondo, al Joint Burger nel Hotel Le Parker Meridien (sulla 56th Street tra la 6th e la 7th Avenue), che è considerato da molti il miglior hamburger di New York. Nonostante si trovi un un hotel di lusso e che la coda per entrare la si faccia di fianco ad una tenda di velluto, l’interno del locale è -volutamente- grezzo, piccolo e caotico. Mentre si è in coda c’è la possibilità di prendere un biglietto (in diverse lingue, ma non in inglese) dove c’è scritto (nella versione italiana):

Non bloccare la fila

Per evitare disprezzo & incazzatura per chi sta aspettando dietro di te, ricordati che essere veloci è l’essenza! Per prima cosa devi sapere cosa vuoi e come la vuoi. Se hai qualche domanda, non essere timido e chiedila, ma se non la vedi nel menu vuol dire che non la serviamo.

Se ti può aiutare, puoi preparare il tuo ordine completando questo foglio (uno per persona). Dopo aver dato l’ordine, ti chiameremo per nome per ritirare l’ordinazione.

Accettiamo solo contante – per favore pulisci prima di andare via.

Gustati il burger e ritorna al più presto.

Grazie.

È possibile scegliere tra cheeseburger (8.00$) o hamburger semplice (7.50$), scegliere come lo si vuole far cucinare (al sangue, medio, ben cotto) e quale/i condimento/i si desidera (lattuga, pomodoro, cipolla, cetriolo sottaceto, senape, ketchup, maionese). Se si vogliono le patatine sono extra (4.00$). Da bere si può scegliere tra Sad Adams (bicchiere 5.50$, caraffa 17.00$), vino rosso (5.50$), soda (2.50$, a scelta tra coke, diet coke, sprite, fanta, root beer) oppure frullato (!) (5.50$, a scelta tra vaniglia, cioccolato o fragola). Come dessert volendo c’è un biscotto al cacao (2.50$).
Io ho preso un semplice cheeseburger con patatine ed una coca. Per il tavolo siamo stati fortunatissimi e l’abbiamo trovato subito (penso che in quel locale sia una cosa più unica che rara).

Dopo pranzo ci siamo separati e io sono tornato alla ricerca del pacco, ho trovato vicino al ristorante un Stamples ma non avevano ciò che cercavo, mi hanno diretti a un po’ di isolati di distanza ma era un FedEx e non un USPS (il servizio postale). Ho quindi deciso di andare al Apple Store per usare un computer e cercare l’ufficio USPS più vicino (l’iPhone era quasi scarico e la connessione non funzionava bene oggi), ma c’era una coda chilometrica per entrare, quindi mi sono accontentato di sfruttare la wifi del Apple Plaza. Ho trovato un ufficio postale al Rockefeller Center e… avevano il pacco! Sono quindi tornato a casa, impacchettato altri libri, andato in posta (vicino a casa) e l’ho spedito. Ora mi sento meglio!

A cena sono andato con Sigismondo alla pizzeria italiana qua vicina (dove siamo già stati), ho mangiato una pizza Mariconda (pomodoro, basilico, pancetta, parmigiano reggiano e pecorino romano), da bere una Moretti e come dessert un buonissimo panzarotto con Nutella.

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